giovedì 11 aprile 2013

FILOSOFIA 

La Sofistica             
In Grecia, nel V secolo a.C. vi furono delle trasformazioni socioeconomiche, che portano al declino dell’aristocrazia e allo sviluppo delle classi sociali mercantili. Ad Atene e in molte altre pòleis ciò determina la nascita della democrazia; le leggi sono affidate all'assemblea con voto di maggioranza. Si diffonde quindi il bisogno d’istruzione e di formazione, indirizzato alla retorica, l’arte del discorso. È questa l’arte che i sofisti insegnano a pagamento, un insieme di abilità. Il ruolo del filosofo, quindi, non è più quello del ricercare la verità sul mistero dell’universo, poiché l’uomo non ha la possibilità di andare oltre l’esperienza umana, non è più chi raggiunge il sapere per poi diffonderlo, ma è chi riflette sui limiti della conoscenza umana e sulla sfera della politica, e offre lo strumento della retorica intesa come arte del saper parlare per risolvere le questioni riguardanti la comunità.

Protagora
La verità è relativa all’uomo, che è “misura di tutte le cose”. La verità può essere intesa in vari modi, a seconda del significato attribuito alla parola “uomo”: relativa al singolo, all'umanità  o alle varie comunità.
In assenza di verità assolute (relativismo), quindi, il linguaggio non è funzionale alla verità, ma diventa elemento di seduzione. Per questo Protagora esercita i suoi allievi all’antilogia (sviluppare per lo stesso tema discorsi doppi).

Socrate
Socrate nasce ad Atene tra il 470 e il 469 a.C.. Il periodo della sua formazione coincide con quello in cui Atene si trasforma in luogo culturale grazie ad Anassagora e Protagora. Da loro i suoi primi interessi per la retorica e per gli studi naturalistici, in particolare per la fisica e la medicina. In età matura parteciperà ad alcune guerre finendo in povertà. Solo a 5o anni si sposa con una donna di nome Santippe, da cui avrà tre figli. Infine a 70 anni subisce un processo, viene condannato a morte da un'assemblea democratica; quindi muore nel 399 bevendo cicuta.
Socrate affida la sua concezione al dialogo. I “dialoghi socratici” hanno come tema la virtù; sono in genere aporetici, cioè privi di una tesi conclusiva. L’apologia di Socrate descrive il processo e la difesa di Socrate e approfondisce il tema del rapporto della coscienza con la città e con le leggi.
Secondo il filosofo, l’uomo possiede idee che non possono derivare dall'esperienza  Lo stesso ragionamento vale per i valori. Dato che le idee non possono derivare dalle esperienze, esse devono esistere come realtà oggettive. In questo modo Socrate può superare il relativismo sofistico. Se le idee non derivano dalle cose, esse devono esistere indipendentemente da esse, cioè sono trascendenti, esistono in modo separato. Tra idee e cose esistono tre distinti rapporti:
 - Imitazione (mimesi): gli esistenti sono copie delle idee, che ne rappresentano l’essenza;
 - Partecipazione (metessi): gli esistenti partecipano o meno di alcune idee, che ne rappresentano la realtà.
 - Manifestazione (parusia): l'idea del bello si manifesta nelle cose, diventa visibile in esso.


Platone
Nato ad Atene nel 428-427 a.C., fin da giovane ha avuto particolare interesse per la vita politica, che considera come proprio ideale. Nell'intento di prepararsi, attraverso la filosofia, alla vita politica, Platone incontrò e frequentò Socrate. Le esperienze amare e deludenti in campo politico, (vedi la condanna a morte di Socrate, la persecuzione politica, le tirannie dei governi di quel periodo), portarono lo stesso Platone a dedicarsi allo studio filosofico. Platone morì nel 347 a.c. ad Atene, dopo essere rimasto alla direzione dell’ “Accademia” da lui stesso fondata.
imageNel mito della caverna, narrato nella Repubblica, Platone rappresenta la strada per arrivare dalla conoscenza sensibile a quella filosofica. In una caverna alcuni uomini sono tenuti prigionieri fin dall'infanzia, in modo da vedere solo la parete di fondo, sulla quale vengono proiettate ombre di oggetti portati da alcuni servi. Considerano unicamente il mondo delle ombre come realtà, quindi quando uno di solo viene liberato può vedere le statuette e il fuoco che proiettava le ombre stesse. Condotto fuori dalla caverna può contemplare la vera realtà, prima mediante immagini riflesse nell'acqua, poi guardando direttamente le cose e infine il sole. Il significato del mito è spiegato da Platone stesso: il mondo della caverna è la conoscenza basata sull'opinione, divisa in:
- eikasìa (la sensazione, nel mito: le ombre);
- pìstis (la credenza, nel mito: le statuette).
Nel mondo esterno la conoscenza è divisa in:
- diànoia (la conoscenza deduttiva, matematica, nel mito: le cose riflesse nell'acqua);
- nòesis (la conoscenza intuitiva, filosofica, nel mito: le cose reali).
La teoria dell'idea consente di dare una soluzione ai problemi della molteplicità e del divenire.Se l'idee non derivano dalle esperienze, allora devono essere in noi fin dalla nascita.. A questo proposito Platone formula la teoria della metempsicosi: l'anima è immortale e passa attraverso reincarnazioni successive. Questa concezione è ripresa nel mito del carro alato: l'anima è paragonata a una biga guidata da un auriga (anima razionale) e trainata da due cavalli, che rappresentano le passioni. L'auriga cerca di portare la biga oltre la volontà del cielo (iperuranio), dove si trovano l'idee. La ragione è quindi legata all'anima, le passioni al corpo: così si stabilisce un dualismo che riguarda sia l'ambito gnoseologico sia quello etico: liberandosi dalle passioni l'individuo può contemplare le idee, cioè può conoscere il vero e il bene.
La Repubblica presenta l'utopia di Platone, quella di poter costruire uno Stato Ideale che realizzi la giustizia e guidi i cittadini verso la virtù. Anche lo Stato ha bisogno di tre classi di cittadini:
- i filosofi, o governanti (anima razionale);
- i guerrieri (anima irascibile);
- i produttori (anima concupiscibile).
Ogni classe è caratterizzata da una virtù, rispettivamente sapienza, fortezza e temperanza; l'equilibrio tra le classi garantisce la giustizia.


ARISTOTELE 
Aristotele è nato a Stagira nel 384-383 a.C., ed è morte a Calcide nel 322; è stato un filosofo e scienziato greco antico. Egli nel corso della sua vita si dedicò a vari campi, come la metafisica, la logica e, ovviamente, la conoscenza.
Alle opere di Aristotele si deve la costruzione del lessico filosofico di base, cioè di una logica. Le sue opere si distinguono in:
- essoteriche (destinate alla circolazione pubblica);
- esoteriche (scritti di carattere scientifico per le lezioni presso il Liceo).
Il corpus aristotelico comprende quattro gruppi di opere:
- opere di logica (organon, cioè strumento);
- le opere di filosofia della natura, o fisica;
- i quattordici libri di metafisica;
- gli scritti di etica, politica, retorica e poetica.
La logica studia il pensiero attraverso l'analisi del linguaggio, per individuare il modo corretto di organizzate i ragionamenti. Aristotele considera prima i singoli termini senza connessione (classificabili in categorie), poi la loro unione nei giudizi, infine la connessione dei giudizi per formare ragionamenti.  Le categorie sono i predicati generali della realtà e indicano al tempo stesso il modo di essere di ciò che esiste e le strutture mentali mediante cui pensiamo l'esistente. Particolarmente importanti sono la sostanza, la qualità, la quantità etc. Aristotele considera molto la sostanza perché solo essa può fungere da soggetto in un giudizio e solo essa esiste senza far riferimento ad altro. I giudizi sono le proposizioni dichiarative, che attribuiscono un predicato a un soggetto. I giudizi possono essere classificati mediante le quantità e la qualità dando luogo a quattro tipi di enunciati:
- universali affermativi (es: tutti i corvi sono neri);
- particolari affermativi (alcuni corvi sono neri);
- universali negativi (nessun corvo è nero);
- particolari negativi (alcuni corvi non sono neri).
La particolare combinazione di tre giudizi, in modo che dai primi due (premesse) si possa ricavare il terzo (conclusione), è il sillogismo. Esso consegue neccessariamente dalle premesse, in modo che se le premesse sono vere, lo sarà anche la conclusione. -Importante è la distinzione tra validità, dipendente dalla forma, e la verità, che dipende invede dal contenuto delle premesse di un sillogismo.